Dieci anni di inchieste e burocrazia
Marconi, l’odissea dei finger
La fine dei lavori per i pontili è prevista solo nel 2020BOLOGNA - Alla fine dei conti, e se tutto procederà senza intoppi, serviranno quasi dieci anni per vedere in funzione al Marconi i finger, i connettori mobili chiusi che collegano il gate con l’aereo. Il «se» è d’obbligo vista la maledizione che sembra essersi abbattuta su questa infrastruttura molto attesa e chiesta a gran voce dai passeggeri e dalle compagnie che viaggiano sullo scalo.
L’appalto di aggiudicazione dei lavori per realizzare i primi cinque pontili fissi — «che non sono esattamente dei finger perché non portano direttamente dentro l’aereo ma molto vicino », precisa il Marconi — risale al 29 luglio 2011 e la nuova data per poter ammirare i «veri » finger è fissata per il 2020, quando i lavori di ampliamento e ristrutturazione del terminal porteranno la capacità dell’aeroporto dagli attuali 8 milioni a 10 milioni di passeggeri.
E solo a quel punto le navette in pista per raggiungere un volo potrebbero diventare un ricordo. Crescere comporta anche obblighi di questo tipo, considerando il boom vissuto negli ultimi anni da Sab, dove il 2016 dovrebbe chiudersi con un traffico in aumento a doppia cifra (più 12%) e circa 7,5 milioni di passeggeri. Nemmeno numeri tanto positivi sono riusciti in tutto questo tempo a sbloccare l’impasse nato attorno alle passerelle, e miglior fortuna non hanno avuto nemmeno i cinque pontili teoricamente messi in cantiere. Già, perché a distanza di cinque anni solo due sono entrati in funzione, un altro è stato danneggiato nel 2013 e rimane chiuso, per gli ultimi due i lavori non sono nemmeno iniziati. E forse, più dei finger del futuro che dovrebbero servire quasi tutti i 24 gate del Marconi, sono questi cinque ponti a rappresentare la vera pagina nera della recente storia dell’aeroporto: al centro di ritardi, errori, fallimenti e lunghezze burocratiche contro le quali ha spesso puntato il dito il Movimento 5 Stelle bolognese.
Andando con ordine la situazione attuale vede in attività solo i pontili B (gate 13-14-15 in area Schengen) e C (gate 17 extra Schengen). Quello A è diventato famoso a causa di un incidente avuto da un mezzo di trasporto dello scalo nel 2013, che andò a sbattere contro il «corridoio volante», troppo basso rispetto al mezzo di servizio: da quel momento in poi ai mezzi alti più di 4 metri è vietato il transito sotto la struttura. Da quell’episodio nulla è cambiato: il ponte rimane rattoppato e inutilizzato perché nel frattempo è nato un contenzioso tra il Marconi e l’assicurazione, un intoppo burocratico che dallo scalo spiegano di voler risolvere nel 2017. E che dire degli altri due corridoi nemmeno nati? L’appalto del 2011 dal valore di 1,8 milioni di euro era stato aggiudicato con una gara d’appalto pubblica al miglior offerente, vale a dire all’Ati composta da Elle Due Costruzioni e Di Madero e figlie. La Elle Due in particolare è finita al centro di inchieste perché ritenuta «contigua agli ambienti della criminalità organizzata di Lamezia Terme »:nel gennaio del 2015 la Finanza si presentò al Marconi per acquisire le carte dell’appalto.
Una gara evidentemente poco fortunata, visto che anche i secondi classificati, l’Ati composta da Lamone Moreda srl e Starlift srl, alla quale l’aeroporto si era rivolto per concludere i lavori ha avuto dei problemi tanto da portare nel dicembre 2014 alla risoluzione del contratto per grave inadempimento. A mettere tutto in ordine doveva pensarci una nuova gara, che però — secondo quanto spiega la Sab — sarà indetta l’anno prossimo per poter poi chiudere l’intera vicenda con partenza e termine dei cantieri entro il 2018. Tutto questo non ha offuscato i successi, compresa la quotazione in Borsa nel 2015, ma il tema dei disservizi dovuti alla crescita resta. Ed ecco appunto l’ampliamento nel 2020 già previsto nel masterplan del Marconi, un anno prima rispetto alla conclusione dei lavori preventivata per il People mover,la monorotaia di collegamento con la stazione (2019). Anche quell’opera infinita per vicende giudiziarie e non solo,al centro di polemiche per il costo del biglietto (9 euro), potrebbe arrivare prima degli sfortunatissimi finger.
http://corrieredibologna.corriere.it/bo ... 1747.shtml