Questa tappa propone il superamento dell’Appennino partendo praticamente dall’hinterland fiorentino per fissare l’arrivo a Bologna dove, in suggestiva e panoramica posizione, sorge il santuario della Madonna di San Luca, sul colle della Guardia.
Campi Bisenzio, che trae il suo nome dall’originaria estensione di campi agricoli abbinata al fiume Bisenzio che l’attraversa, è situata, in modo praticamente equidistante, fra Firenze e Prato. E’ un industre e popoloso centro con varie aziende manifatturiere, molte a tecnologia avanzata, armonicamente equilibrate nelle dimensioni, centri commerciali e poli del terziario avanzato. Molto riuscita – ed i risultati sono ben visibili – è l’azione intrapresa per il recupero d’edifici storici, ben integrati nel tessuto urbano unitamente alla valorizzazione del verde pubblico per una migliore qualità di vita. La Rocca Strozzi è l’edificio simbolo della città . Di valido livello i piatti della tradizione con la pecora alla campigiana in varie elaborazioni, il roventino (frittella di sangue di maiale) e i ranocchi fritti o all’uovo. La patrona della città è la beata Maria Teresa Manetti, conosciuta come “la Bettina†e quest’anno ricorre il centenario della morte.
Grande passione per il ciclismo testimoniata dalle società locali e dall’attività : come curiosità spicca il Trofeo Caserma dei Carabinieri, in omaggio all’Arma per il suo impegno anche nel ciclismo.
Il tracciato della frazione è assai impegnativo, con un continuo cambiamento di pendenze e prevede il passaggio da Prato, industre città alla ribalta del ciclismo con il suo blasonato G.P. Industria e Commercio, Agliana – e si è già in provincia di Pistoia -, il passaggio dal capoluogo con i suoi antichi e preziosi monumenti e quindi Capostrada che ricorda il vincitore di due Milano-Sanremo, Loretto Petrucci. L’intera zona è sempre terra di pulsante passione per il ciclismo. Si prospetta l’ascesa verso il passo della Collina con il passaggio dalla galleria, la discesa su Sambuca Pistoiese e quindi il passaggio in provincia di Bologna per il noto centro di Porretta Terme e quindi risalire verso Gaggio Montano (aveva qui la sede lo squadrone della Saeco), e breve sconfinamento in provincia di Modena con lo scollinamento al valico di Mediano e rientro, pressoché immediato, nella provincia bolognese per Vergato. In località Riola di Vergato sorge la nota chiesa progettata dal finlandese Alvar Aalto. Da qui inizia un’altra salita verso il valico di Tolè, Calderino, lo strappo del Mongardino, Sasso Marconi e Pontecchio dove il premio Nobel bolognese Guglielmo Marconi, si era alla fine del 1800, condusse i suoi primi esperimenti di telegrafo senza fili che avrebbero successivamente portato alle trasmissioni radiofoniche (un traguardo volante è qui posto) e, infine, Casalecchio di Reno, confinante con la città delle due torri.
Si passa accanto al glorioso stadio comunale intitolato a Renato Dall’Ara, il presidente dell’ultimo scudetto rossoblu, prima d’iniziare, da via Saragozza, con la continuazione dei caratteristici porticati, l’ascesa verso la Madonna di San Luca, il santuario più importante della città . Uno strappo breve ma arcigno che i corridori conoscono bene perché, da anni, caratterizza il finale del Giro dell’Emilia, classica di spicco delle numerose corse organizzate dal G.S. Emilia presieduto da Adriano Amici. Sono molteplici i nomi e gli episodi del ciclismo legati alla città felsinea che è stata la prima tappa d’arrivo del primo Giro d’Italia partita da Milano il 13 maggio 1909 sulla distanza di km. 397 con la vittoria di Dario Beni. Da allora i vincitori a Bologna sono stati Dortignac, ancora Beni, Borgarello, Alavoine, Girardengo (due volte), Belloni, Ferrario, Binda, Olmo (2 volte), Bizzi, Coppi, Pasquini, Maggini, Giorgio Albani – altra figura storica del Giro d’Italia -, Stolker (1^ semitappa) e Gaul (2^ semitappa – cronoscalata a San Luca), nel 1956 e, ancora a San Luca, Argentin nel 1984. Due frazioni nel 1994, quando il Giro partì da Bologna. Successo in quella in linea per Endrio Leoni mentre De Las Cuevas s’impose nella cronometro.
L’importante città -capoluogo dell’Emilia-Romagna è un punto focale di snodo delle vie di comunicazione con attività industriali e commerciali di rilevanza internazionale che si riverbera anche nei monumenti. Le torri della Garisenda e degli Asinelli, la basilica gotica di San Petronio, patrono della città , il Palazzo Comunale e quello dei Notai, unitamente alla Pinacoteca Nazionale, sono fra i maggiori motivi d’interesse. Intensa è anche l’attività culturale. L’Università è la più antica d’Italia (è dell’XI secolo), l’appellativo è “la dottaâ€, la qualità della vita è notoriamente elevata con peculiari e conosciutissime connotazioni relative alla gastronomia e settori collegati. Si vive bene sotto San Luca.
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