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MessaggioInviato: 08/10/2010, 12:19 
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La caserma San Mamolo, destinata ai Beni culturali, diventerà la sede unica delle soprintendenze

Si sblocca la situazione per le aree ex militari. Almeno, per le prime dieci (in tutto sono 19): bando in ottobre, offerte entro la metà di dicembre. Le ex caserme più grandi, come quella dei Prati di Caprara e la Ex Staveco, invece, saranno invece a disposizione della prossima amministrazione. Il commissario Annamaria Cancellieri ha firmato a Roma un accordo supplementare con il ministero dell’Economia e l’aAgenzia del Demanio che dà il via libera fin da subito alla trasformazione di questi spazi.

LE AREE - Si tratta in particolare dell’ex caserma Masini di via Santo Stefano, l’ex teatro della caserma Minghetti in via Castelfidardo, della caserma Sani, l’ex birreria della caserma Mameli a Porta San Felice, l’ex direzione lavori in via Triumvirato, i compendi già militari di Monte Paderno, via del Terrapieno (ex batteria Alemanni), via di Barbiano (ex infermeria quadrupedi San Vittore), via Roncrio (ex polveriera Val D’Aposa) e Borgo Panigale (ex postazione San Pancrazio).

GLI ACCORDI - Si tratta, «Un importante portafoglio immobiliare che, grazie a questo accordo, è pronto per essere immesso sul mercato», si legge in una nota inviata da Palazzo D’Accursio. In caso di successo e quindi di vendita, «l’accordo riconosce al Comune di Bologna una quota pari al 15% del ricavato attribuibile alla rivendita degli immobili valorizzati». È stato inoltre deciso definitivamente che la caserma Chiarini e la caserma San Mamolo, «vengano interamente destinate ad usi governativi ed assegnate rispettivamente al Ministero dell’Interno e al Ministero per i Beni e le attività culturali». In particolare, la caserma San Mamolo diventerà la sede unica delle soprintendenze. Per quanto riguarda le altre aree, tra cui la Staveco e i Prati di Caprara dove sorgerà anche un grande parco, «l’accordo prevede che il processo di valorizzazione sia portato a compimento dalla prossima amministrazione ordinaria attraverso un piano operativo dedicato». Al posto della caserma Sani, invece, tra via Ferrarese e via Stalingrado, sono previste «nuove abitazioni (in parte sociali), altri usi complementari alle abitazioni (uffici, commercio di vicinato, esercizi pubblici) assieme alla cessione al Comune di aree verdi per l’uso pubblico, edifici per uso scolastico e civile, strade, parcheggi e percorsi ciclabili».

http://corrieredibologna.corriere.it/bo ... 6448.shtml

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MessaggioInviato: 09/10/2010, 9:58 
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Ottima notizia...finalmente potranno diventare zone utili

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La San Mamolo!!!!!!!!!!!
Io ci facevo la guardia una volta alla settimana!
Più che una caserma, un albergo! Televisione, pizza a domicilio, letti comodi e pulizia!!
Correva l'anno 1998....
Nell'elenco non vedo la caserma Mazzoni di Via delle Armi (zona mulino parisio), un vero peccato... L'ultima volta che l'ho vista era in stato di abbandono totale... Se penso ai magoni e alle "madonne" che ci ho tirato lì dentro...
Fabrizio

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MessaggioInviato: 19/11/2010, 21:06 
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Zanfo ha scritto:
Ottima notizia...finalmente potranno diventare zone utili

8)

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Captain Stefano Caini

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MessaggioInviato: 23/11/2010, 17:49 
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Aree ex militari, alla vetrina arrivano anche da Dubai

Il bando per le prime tre (Sani, Masini e Minghetti) scade il 14 dicembre. La Soprintendenza: i tempi sono cambiati, le nostre indicazioni non saranno limitanti

Le ex aree militari di Bologna fanno gola anche all'estero. Alla vetrina organizzata dal Demanio alla Pinacoteca, oggi, c’erano anche emissari da Dubai.
Il bando delle prime tre aree (la Sani, la Masini e la Minghetti) scadrà il 14 dicembre e il giorno dopo saranno aperte le buste: il valore totale delle alienazioni è di circa 60 milioni e, se andranno a buon fine, al Comune toccherà il 15% della cessione. «Gli atti di indirizzo sono già scritti, si andrà fino in fondo», ha rassicurato i potenziali compratori il direttore dell’area urbanistica di Palazzo d’Accursio, Giacomo Capuzzimati.
Come in un evento analogo ad Albenga, a Bologna si sono presentati gruppi di costruzioni locali e nazionali come Valdadige, Acea, Ance, Cmb, Ccc, Fimea, insieme alle bolognesi Ance e Legacoop, oltre a molte aziende immobiliari. Presenti, come detto, anche rappresentanti di Seasif Group, società con sede a Dubai, a conferma dell’interesse degli imprenditori esteri verso i beni demaniali.
Via libera anche dalla Sovrintendenza: «I tempi sono cambiati, le nostre indicazioni non saranno limitanti per un progetto di rifunzionalizzazione in un’ottica di sviluppo», ha sottolineato la Sovrintendente ai beni architettonici Paola Grifoni.
Il 20 dicembre si deciderà il futuro di altre cinque aree: l’ex polveriera Val D’Aposa, la caserma Mameli, l’ex Direzione Lavori, il compendio Monte Paderno e la postazione Cbp San Pancrazio. Il valore del lotto è di circa 2,5 milioni. L’attesa, però, è per la seconda tranche di aree demaniali che andrà all’asta il prossimo anno e che comprende zone strategiche come l’ex Staveco e i Prati di Caprara: «Abbiamo ritenuto opportuno rinviare a quando la nuova amministrazione comunale sarà in carica», ha spiegato Capuzzimati.

http://corrieredibologna.corriere.it/bo ... 0127.shtml

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MessaggioInviato: 23/02/2011, 13:07 
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Aree militari, deserto anche il secondo bando

Nuova fumata nera per le ex aree militari: anche la seconda chiamata per l'asta delle caserme Sani e Masini, l'ex birreria della caserma Mameli e l'ex direzione lavori di via Triumvirato è andata deserta. Nessuna offerta per il complesso di beni da quasi 60 milioni di euro, e una nuova "tegola" per il bilancio comunale. La bozza della manovra da 50 milioni di euro di tagli prevedeva infatti di incassare 7 milioni dalla vendita delle aree, anche se era già una stima corretta al ribasso dopo il primo forfait, in dicembre, degli imprenditori privati. Per ora all'attivo c'è solo la vendita di tre lotti, con un incasso di poco più di 2 milioni, il 20 dicembre scorso, ma di questa cifra al Comune spetta circa il 15%. La somma più consistente è legata alle aree che per la seconda volta non hanno trovato un compratore.

Dopo le prime aste andate a vuoto, due mesi fa, il demanio ha infatti ripubblicato il bando per i complessi rimasti invenduti. Ma la base d'asta è rimasta la stessa, le modalità erano identiche e la riposta del mercato non è cambiata. Ieri l'ultimo "gran rifiuto": niente investimenti per l'ex direzione lavori di via Triumvirato da 305 mila euro e per la caserma Mameli (all'asta i locali dell'ex birreria) da 831 mila euro. Lunedì scorso, il 14 febbraio, non era arrivata neanche un'offerta per i due lotti più grandi, le caserme Sani e Masini, investimenti rispettivamente da 41 e 13 milioni di euro. Adesso è impossibile che i 7 milioni entrino nelle casse di Palazzo d'Accursio prima della chiusura del bilancio, entro il 31 marzo. Si possono prevedere variazioni e correzioni successive, ma la vendita degli imponenti complessi resta una strada tutta in salita.

I costruttori, fin da subito molto critici sui bandi d'asta dell'Agenzia del Demanio, adesso chiedono di abbassare i prezzi e cambiare i dettagli della gara. "Avanzeremo la proposta formale di abbassare le basi d'asta e rivedere la procedura di assegnazione - spiega Carmine Preziosi, direttore del Collegio Costruttori - è necessario un dialogo preventivo con la soprintendenza e il Comune su destinazione d'uso e sagoma degli edifici". Secondo Preziosi, il grosso ostacolo per la vendita di questi lotti pregiati ma costosi e vincolati dai beni culturali, in particolare le caserme Sani e Masini, è proprio l'impossibilità di cambiare la forma degli edifici oggi presenti. "La sagoma degli edifici condiziona la destinazione d'uso - dice il direttore del collegio - quindi bisognerebbe prevedere la possibilità che gli investitori interessati possano discutere prima con la soprintendenza e il Comune per verificare le reali possibilità di queste aree. Questa procedura si definisce "dialogo competitivo", è presente in molte gare europee". Se non si "incontra il mercato", come dicono gli addetti ai lavori, bisognerà pensare a un altro tipo di contratto. La caserma Sani, in particolare, si trova in un'area come quella del Parco Nord e della Fiera in cui si prevedono grandi investimenti urbanistici, ad esempio quelli del Tecnopolo.

In ogni caso, che si decida per una modifica del bando o per un ribasso della base d'asta, i tempi si allungano molto, mentre queste avrebbero dovuto essere risorse velocemente disponibili, a fronte di un percorso lungo anni per arrivare alla definizione del bando. Non erano mancate neanche le contestazioni, con tanto di sit-in di protesta davanti alla caserma Mameli da parte dell'Unione sindacale di base (Usb): i manifestanti, contrari alle alienazioni, parlavano di "l'ennesimo furto alla collettività". Ma in questo caso ci ha pensato la crisi del mercato immobiliare ad affossare le vendite, quando ci sono ancora altre 11 ex aree militari in ballo, tra alienazioni e nuove destinazioni.

http://bologna.repubblica.it/cronaca/20 ... -12751663/

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MessaggioInviato: 23/02/2011, 13:58 
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Non c'è da stupirsi se il bando per così com'è strutturato vada deserto una, due, mille volte...
Prendiamo per esempio la ex-caserma Sani: già per un costruttore i vincoli messi per l'area edificabile sono restrittivi, se poi consideriamo:
1-la vastità dell'area interessata
2-la disposizione degli immobili e
3-la bassa metratura calpestabile su cui farci profitti (molte costruzioni sono alte 1/2 piani max)
è ovvio che chi ci deve guadagnare sul restauro e la rivendita degli spazi guardi altrove..

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Io toglierei molti vincoli di ristrutturazione, fra cui il fatto di dover per forza mantenere gli immobili esistenti (adatti per una caserma, non certo per qualsiasi altro uso), tanto, diciamoci la verità, non sono costruzioni di pregio e/o antiche o di particolare interesse storico, ma soprattutto darei la possibilità di lottizzare la superficie complessiva..Così com'è, presa in blocco, è forse un po' troppo grande e il fatto di dover per forza comprare tutto insieme, forse fa calare l'interesse...

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