Gualtieri: "Per adeguarsi al traffico al Marconi serve la Borsa"Parla la presidente di Sab, Giuseppina Gualtieri che torna ad indicare la strada della quotazione in Borsa, ipotizzata e poi abbandonata qualche anno faL’AEROPORTO di Bologna punta a raggiungere dopo il 2020 i 10 milioni di passeggeri. Ma l’infrastruttura dev’essere adeguata per raggiungere questo obiettivo e «serviranno 350 milioni di euro di investimenti» (per la costruzione del nuovo terminal passeggeri; ndr), avverte la presidente di Sab, Giuseppina Gualtieri, che torna ad indicare la strada della quotazione in Borsa, ipotizzata e poi abbandonata qualche anno fa. Lo scalo, che nel 2010 ha superato i 5,5 milioni di viaggiatori e anche nei primi tre mesi di quest’anno registra aumenti a doppia cifra, è già alle prese con un piano di investimenti di 120 milioni di euro nei prossimi quattro anni, «che in parte — ha spiegato ieri Gualtieri ad un convegno sulle partecipate organizzato dalla Provincia — saranno reperiti in autofinanziamento, in parte saranno coperti con il sistema tariffario».
Da qui al 2015 «per garantire uno sviluppo infrastrutturale di medio periodo serviranno risorse» e il Marconi potrebbe decidere di imboccare la stessa strada percorsa da Hera qualche anno fa. «L’ipotesi della Borsa è da guardare con serietà e positività», è l’invito di Gualtieri, che ipotizza un’operazione che contempli nello stesso tempo un aumento di capitale e la cessione di quote al mercato, «mantenendo il controllo pubblico che comunque per legge non può scendere sotto il 20 per cento».
Intanto altri scali si sono messi in gioco sul mercato azionario. «Gli aeroporti di Firenze, Pisa e Venezia sono quotati e Milano sta per farlo», ricorda la numero uno dello scalo di via del Triumvirato, ribadendo la necessità di reperire nuove risorse per alimentare gli investimenti. «Se non lo si farà, il rischio — avverte la Gualtieri — è che l’aeroporto di Bologna tra qualche anno venga comprato da qualcuno. La competizione è fortissima e bisogna essere leader nel proprio settore». L’ipotesi di reperire risorse dal mercato attraverso la quotazione a Piazza Affari era già stata studiata dall’ex presidente di Sab e della Camera di commercio Gian Carlo Sangalli.
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