Il sito Rimini 2.0 ha pubblicato un vecchio articolo de "La Stampa" del 5/9/67, che analizza i dati di traffico del 1966 dalla prospettiva torinese. La tabella allegata con i 10 principali scali italiani è quantomeno curiosa: ai tempi RMI era il 4° scalo italiano, mentre BLQ non era nemmeno nella top 10.
L’aeroporto di Rimini al quarto posto in Italia
Ma accadeva negli anni 60.
Torino conta con la cintura un milione e mezzo di abitanti, è la città più industriale d’Italia e una delle più importanti d’Europa. Per dare un’idea del suo posto nella vita economica della nazione basta un dato: da Torino parte circa un quinto delle esportazioni complessive. Ma è in una posizione geografica poco fortunata. Si deve al sindaco prof. Grosso e al presidente della provincia avv. Oberto se è stata avviata un’energica azione per rompere l’isolamento della regione con trafori e autostrade. Ma questo sforzo potrà risultare vano, se a Torino non si apriranno anche le vie del cielo. Lo abbiamo detto domenica: i torinesi devono farsi una mentalità aeronautica, imparare a volare; ma occorre d’altra parte mettere a loro disposizione linee adeguate verso le altre città italiane e l’estero. Ora, la situazione non è confortante: basta un confronto con gli aeroporti di Milano Linate per i servizi nazionali ed europei, Malpensa per le linee intercontinentali servite dai quadrigetti.
Ecco una giornata a Caselle (d’estate, quando funzionano anche i collegamenti con la Sardegna e la costa adriatica). I voli giornalieri sono 24: 18 per passeggeri, 6 merci e postali. L’aeroporto entra in attività alle 7, con la partenza dei voli per Roma e Forlì; alle 7,15 c’è quello per Milano, alle 8 per Parigi, alle 8,15 per Londra (tranne la domenica e il lunedì). Poi, una lunga parentesi fino alle 10,50: arriva il volo da Milano e segue venti minuti dopo, alle 11,10, quello da Roma, che ripartono alle 11,20 per Cagliari e alle 11,50 per Roma. Da mezzogiorno alle 16, ancora quattro ore di stasi. Poi, alle 16,05 atterra l’aereo da Roma (che riparte alle 18,20) e alle 17,35 quello da Cagliari, che riprende il volo alle 18,40 per Milano. Ancora un’ora e mezzo vuota, poi gli arrivi della sera: alle 20,15 da Londra (tranne il sabato e la domenica), alle 20,40 da Forlì, alle 22,40 da Roma, alle 23,25 da Parigi e alle 23,55 da Milano. Può sembrare un movimento apprezzabile, ma nei grandi aeroporti gli aerei sono costretti a mettersi in coda per atterrare e toccano terra a pochi minuti di intervallo uno dall’altro, mentre con lo stesso ritmo si susseguono i decolli. Non occorre andare in America, basta Milano nelle ore di punta: un duplice flusso quasi ininterrotto di passeggeri sbarca e s’imbarca, affollando gli impianti aeroportuali.
A Caselle, i passeggeri sono gruppi sparuti. E per lunghe ore l’aeroporto resta deserto; scintillante costruzione di vetro e alluminio, che ospita pochi impiegati, due «hostess» immobili allo sportello delle informazioni, camerieri fermi dietro il banco del bar. In luglio, considerato uno dei mesi più favorevoli al traffico aereo, i diciotto voli quotidiani hanno fatto registrare un movimento giornaliero medio di 858 persone: 47 per ogni aereo. E nel periodo di punta. Ieri pomeriggio dall’aereo di Roma sono scesi soltanto due passeggeri, li abbiamo visti avviarsi verso l’uscita, quasi spaesati tra l’imponenza degli impianti.
Vediamo, a confronto, Milano. Nei due aeroporti, i voli giornalieri sono in media 250, con un movimento quotidiano di 5800 viaggiatori, concentrato per la maggior parte a Linate, da dove si irradiano linee non solo per l’Europa, ma anche per il Medio Oriente e l’Africa settentrionale (alla Malpensa fanno capo i voli transatlantici). Una prova ancor più eloquente è data dal traffico complessivo dello scorso anno. Caselle: 5889 aerei, 150 mila 389 passeggeri, 1706 tonnellate di posta e 3837 di merci. Milano: gli aerei sono stati 52.528 con 2.156.488 passeggeri; la posta tonnellate 6782, merci 48.612 tonnellate. Maggiore diventa lo sconforto se si rileva che, sempre dalle statistiche del 1966, Torino risulta al decimo posto fra le città italiane nel traffico aereo di passeggeri.
La tabella che pubblichiamo è desolante: il traffico estivo di Rimini supera quello annuo di Torino. E’ la controprova che gli italiani volano poco. Sulla costa adriatica, come a Venezia, il richiamo turistico attira centinaia di migliaia di persone: soprattutto inglesi, tedeschi, francesi e scandinavi. Poiché sono stranieri, preferiscono andare in vacanza con l’aeroplano, che consente di guadagnare qualche giorno di sole e di libertà. Anche i torinesi vanno in vacanza, nei mesi estivi la città si spopola. Ma pochissimi pensano di andarci con un volo nel cielo blu.
La Stampa, 5 Settembre 1967
http://www.riminiduepuntozero.it/laeroporto-di-rimini-al-quarto-posto-in-italia/